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Trombosi e vaccino, esiste una correlazione?

Trombosi e vaccino, esiste una correlazione?

  • 3 Marzo 2022
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Da qualche settimana la situazione relativa alla pandemia da Covid-19 sembra dare degli esisti rassicuranti. La curva dei contagi è in netta discesa con un tasso di positività al di sotto del 10% come segnala il quotidiano Il Sole 24 Ore. Cambia anche l’approccio nei confronti dei vaccini: attualmente l’85,26% della popolazione italiana è vaccinato.

Durante i primi mesi della campagna vaccinale, però, sono state diverse le segnalazioni provenienti dal Regno Unito e dall’Europa che evidenziavano il rischio di sviluppare una trombosi a seguito della prima dose. Ciò ha rallentato le somministrazioni, esponendo migliaia di persone al contagio da Sars-Cov-2 e a morte.

Ma esiste davvero una correlazione tra vaccino anti Covid-19 e trombosi? Facciamo il punto della situazione.

Trombosi: cos’è?

La trombosi è un evento frequente e potenzialmente grave perché responsabile di ictus, infarto del miocardio o cerebrale e di embolia polmonare.
Prima causa di morte nei Paesi industrializzati, consiste nella formazione di trombi (coaguli) all’interno dei vasi sanguigni che impediscono la corretta circolazione del sangue.

I fattori di rischio sono storicamente tre: un danno al rivestimento endoteliale della parete vasale, la stasi del sangue arterioso oppure venoso e l’ipercoagulabilità. I sintomi della trombosi dipendono dalla causa e dalla sezione interessata, per cui si possono verificare gonfiori localizzati (specialmente agli arti inferiori), sensazione dolorosa e di calore, eritemi, affaticamento, mal di schiena, mancanza del respiro, alterazione della vista, cefalea, parestesie, confusione mentale, difficoltà di deambulazione, nausea e vomito persistenti.

Per il trattamento e la prevenzione della trombosi sono oggi disponibili numerosi farmaci ad azione anticoagulante, in modo da fluidificare il sangue e tenere sotto controllo la possibile formazione di trombi.

Esiste una correlazione tra trombosi e vaccino?

All’avvio della campagna vaccinale contro il Covid-19 sono stati segnalati alcuni casi di trombosi a seguito della prima dose. Ma esiste davvero un legame tra le due cose? In realtà, ad oggi, non ci sono dati certi che testimonino un’incidenza più alta di eventi trombotici nella popolazione vaccinata. Tuttavia, la commissione di valutazione del rischio per la farmacovigilanza e l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) hanno concluso che si può trattare di effetti collaterali molto rari riconducibili alla vaccinazione con AstraZeneca o Johnson&Johnson.

Tali farmaci sono stati prontamente sostituiti con Pfizer e Moderna, entrambi basati su mRNA e non più su vettori adenovirali incapaci di replicazione. Non ci sono ancora certezze, ma sembra che l’evento fosse scatenato da un’anomala risposta immunitaria contro le piastrine.

Attualmente, quindi non ci sono rischi di trombosi correlati ai vaccini Pfizer e Moderna, tanto è vero che sono particolarmente indicati anche per i soggetti che seguono una terapia anticoagulante.

La prevenzione comunque è alla base del benessere del cuore e dell’organismo in generale, per cui in caso di sospetti sintomi da trombosi è bene rivolgersi ad un cardiologo esperto, senza sottovalutare i primi campanelli d’allarme.

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