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Bev: tutto ciò che c’è da sapere

Bev: tutto ciò che c’è da sapere

  • 17 Giugno 2022
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Quando si parla di BEV, si fa riferimento a battiti prematuri ventricolari, ossia dei singoli impulsi che sono legati a un automatismo anomalo delle cellule del ventricolo del cuore.

Si tratta di una condizione che può essere tenuta sotto controllo, ma a cui è bene prestare la giusta attenzione per evitare conseguenze problematiche.

Cosa vuol dire BEV in cardiologia?

La sigla BEV sta per battiti prematuri ventricolari, ovvero battiti isolati che si possono osservare in alcune condizioni cliniche. In molti casi questi possono provocare dei sintomi, tra cui quello più comune è sicuramente la presenza di palpitazioni.

Non mancano però le persone che vivono questa situazione in maniera del tutto asintomatica.

L’aritmia in questo caso viene riscontrata in maniera casuale e solo mediante un apposito screening.

Occorre comunque precisare che in caso di BEV non bisogna allarmarsi: pur dovendosi rivolgere a personale medico esperto in cardiologia, è utile ricordare che si tratta di aritmie benigne e che non necessitano in alcun modo di intervento chirurgico.

Talvolta una condizione del genere potrebbe essere spia di un altro problema, ad esempio a livello cardiaco, e per evitare minacce si potrebbe procedere con un’apposita terapia farmacologica.

Cause e prevenzione

I BEV possono manifestarsi anche in persone col cuore sano, per cui non si tratta di una problematica legata solo ed esclusivamente a pazienti con disturbi cardiaci.

Il rischio aumenta con l’età e si potrebbero avvertire sintomi, come le palpitazioni, malessere generale, mal di testa, oppure si potrebbe rimanere totalmente asintomatici. L’eventuale presenza di cardiopatie, un abbassamento dei livelli di potassio, un eccesso di tabacco, caffeina e alcool possono essere problemi che favoriscono i BEV.

Attenzione va fatta alla prognosi dei BEV, col test ergometrico che è molto utile soprattutto per valutare gli eventuali rischi associati a questa condizione.

I BEV possono scomparire nel caso di uno sforzo fisico abbastanza intenso.

In ogni caso, non bisogna dimenticare quanto sia importante una valutazione medica dei BEV sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Il che vuol dire che periodicamente è preferibile sottoporsi a controlli come Holter ed elettrocardiogramma: uno screening del genere andrebbe fatto ogni 6 mesi col passare degli anni, o quanto meno una volta all’anno.

Quando le extrasistole devono preoccupare?

Vale la pena ricordare che le extrasistole non sono certo una condizione particolarmente grave o preoccupante. La cosa importante è fare attenzione a eventuali sintomi che potrebbero manifestarsi di rado. Diventa invece fondamentale allertare immediatamente il medico nel caso in cui i sintomi dovessero protrarsi per tempi più lunghi, anche quando si è a riposo.

In queste condizioni diventa molto importante affidarsi a figure altamente competenti, come il centro Salute In Milano che offre la consulenza da parte di medici con grande esperienza in questo campo. Questo vuol dire avere un supporto notevole e soprattutto poter effettuare una diagnosi ben precisa che possa scongiurare qualsiasi tipo di pericolo.

Un’occasione che vale la pena cogliere per avere a che fare con medici che si prendono cura con molta attenzione dei pazienti.

Per eventuali e sospetti disturbi al cuore si consiglia di consultare un cardiologo e sottoporsi a controlli accurati.

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